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IMPARARE DI pI U
GIANNINO E MIRTILLO
Giannino era figlio di un mercante di stoffe.
Era anche un ragazzo molto maldestro.
Un giorno fece cadere in un fossato un prezioso
taglio di lino. Il padre si arrabbiò così tanto che
Giannino corse nel bosco e scoppiò a piangere:
pianse al punto che sotto i suoi piedi si formò
una pozzanghera.
D’un tratto, il ragazzo sentì una voce che sembrava
provenire dalla pozza di lacrime: – Sono il
granduca Mirtillo. Potresti aiutarmi a liberare la mia
vettura? È di marzapane, quindi fai attenzione!
Giannino vide una minuscola carrozza impantanata tra le
sue lacrime. Ebbe paura di stritolarla fra le dita, così la sollevò
piano. Il granduca se ne accorse e capì i timori di Giannino.
Allora, senza farsi udire, Mirtillo mormorò una formula magica:
– Marzapane e confettura, resti intatta la vettura!
Tutto contento per non aver combinato pasticci, Giannino disse
al granduca: – Ti prego, portami con te!
Con un’altra formula magica Mirtillo trasformò Giannino in
un omino piccolo come lui, così entrambi poterono salire sulla
carrozza di marzapane e proseguire.
A palazzo, Giannino aiutava in cucina: la corte del granduca
era famosa per le sue torte squisite. Il ragazzo cercava di non
fare guai, ma non sempre ci riusciva.
Una volta rovesciò un vaso di gelatina di mela cotogna.
Il granduca, allora, sussurrò: – Mela cotogna, lesta e obbediente,
torna al tuo posto: nel recipiente!
Un giorno, Giannino aveva tra le mani un piatto colmo di
uova fresche. Il granduca lo vide e subito bisbigliò: – Uova
fresche, per piacere, rimanete tutte intere!
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