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IL R A CC O N T O D ’ A V V E N T U R A
IL RACCONTO D’AVVENTURA
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Lungo la Grande Muraglia IL LINGUAGGIO
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DELLA SUSPENSE
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Che cosa succede prima... Nei racconti d’avventura,
Per difendere i confini dell’Impero cinese, intorno al 220 a.C. l’imperatore Qin spesso sono usate frasi
fece costruire una barriera lunga più di 8000 chilometri: la Grande Muraglia. brevi e un linguaggio
Decise perciò di reclutare tantissimi operai, tra i quali molti giovani ragazzi. ricco di aggettivi e verbi
che creano un effetto
– Sali! – ordinò la guardia. di suspense, cioè di
– No! Non voglio! Dove mi portate? – urlò la ragazzina cercando grande attesa.
di scappare.
– Non sono affari tuoi. Obbedisci agli ordini!
La guardia aprì il portellone del carro, sollevò Minh di peso e la V
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spinse all’interno. Poi salì di fianco al conducente che, con uno Leggo AD ALTA VOCE
schiocco di frusta, fece partire i cavalli. Leggi il racconto ad
– Sta diventando sempre più difficile acchiappare questi ragazzini! – alta voce cercando di
si lamentò la guardia. rendere bene l’effetto
– D’altronde, gli ordini non si discutono... – replicò l’altro. – L’imperatore ha di suspense: nella prima
parte, ricca di dialoghi,
stabilito che i giovani senza famiglia lavoreranno alla Grande Muraglia. usa un tono autoritario
Mentre la guardia e il conducente parlavano, Minh lanciava occhiate per le guardie e un
intorno. Sul fondo del carro erano seduti altri quattro ragazzini della po’ agitato per Minh;
sua età. Minh li guardò. Aveva già in mente un piano: mentre veniva nella seconda parte,
sollevata di peso, era riuscita a rubare alla guardia le chiavi che accelera pian piano
aprivano il portellone del carro. Perciò, si rivolse agli altri e disse: il ritmo per far capire
– Tenetevi pronti! Al mio segnale, seguitemi! che sta per arrivare
I ragazzi non replicarono. Quando Minh spalancò il portellone, si il colpo di scena.
precipitarono tutti in strada.
Appena fu a terra, Minh urlò: – Eroi dell’imperatore... guardate qui!
I due si voltarono e, impietriti, videro il portellone del carro spalancato
e i prigionieri che scappavano mentre la gente si scostava e urlava.
In lontananza si sentiva la risata di Minh, che si era già tuffata nell’intrico
di viuzze della città vecchia.
Gianfranco Falcone, La porta di Ishtar e altri racconti, Fabbri
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