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LA VALUTAZIONE



        di un ex pirata, che aveva cambiato mestiere quando si era reso conto che il mare e i suoi
        abitanti, minacciati dall’inquinamento, avevano bisogno di aiuto. Soccorrerli era ora la
        missione di Barbaverde (questo il suo nome).
        Le tre sirene non esitarono un attimo a offrire il loro aiuto: Barbaverde ne fu felicissimo e
        accettò senza indugio.
        Il pirata spiegò loro: – Dovete sapere che nell’Oceano Pacifico si è formata un’immensa isola
        di immondizia: molti mammiferi marini che la raggiungono ingoiano la plastica che galleggia
        in superficie e muoiono. Ora la nostra missione sarà quella di accompagnare i delfini e le
        balene nella loro traversata verso altre acque, evitando che si imbattano in quell’ammasso
        pericoloso.
        Improvvisamente...
        – Eccole! – esclamò Perla indicando un punto all’orizzonte.
        Si vedevano innalzarsi i loro spruzzi ed emergere le pinne della coda. Erano le balene:
        arrivavano da Nord.
        – Saranno almeno dodici! – valutarono Aurora e Ondina.
        – Siamo fortunate, sono megattere, c’è da divertirsi! – cinguettò Perla.
        Le megattere erano la sua passione, soprattutto le balenottere azzurre, le più grandi e rare.
        Amava i loro corpi poderosi, lo stile perfetto del nuoto, gli occhi grandi, pacifici e buoni, la
        loro serenità e la calma contagiosa.
        – Perché pensate che sia più divertente con le megattere? – chiese Barbaverde.
        – Oh, le megattere sono uniche – spiegò Perla. – Grazie alle loro grandi pinne pettorali fanno
        mille acrobazie, amano comunicare, raccontare, a volte sono perfino pettegole. Sparlano
        volentieri dei capodogli, che considerano, non so bene perché, meno raffinati.
        – Inoltre, cantano meravigliosamente... – aggiunse Aurora.
        – Bene, è ora di chiamare a raccolta i delfini e raggiungerle – suggerì Perla. – Tu, pirata,
        sei pronto?
        Dal ponte del suo yacht, Barbaverde osservò le sirene circondate dai delfini che si
        avvicinavano alle megattere.
        Il pirata spinse il motore al massimo e si accodò alla comitiva. Le balene erano davvero
        dodici, dieci adulti lunghi quasi come la sua imbarcazione e due cuccioli, poco più grandi
        delle sirene.
        L’aria del mattino era fresca e pulita, la luce crescente, la brezza piacevole; il viaggio si
        annunciava tranquillo.
        E così fu davvero. Il pirata controllava sul computer di bordo la rotta scelta dagli animali, che
        di tanto in tanto si esibivano in giravolte, tuffi, spruzzi e schiocchi di pinna.
        Il viaggio procedeva serenamente e l’isola d’immondizia era stata aggirata senza problemi.
        A un certo punto il gruppo si divise: le megattere proseguirono il viaggio verso l’Oceano
        Indiano, mentre sirene, delfini e pirata fecero rotta per il Mar Egeo.
        I saluti furono struggenti: alti spruzzi si persero all’orizzonte; le sirene risposero con
        canti di addio.
        In pochi giorni tutti giunsero a destinazione. La missione di Barbaverde e delle sirene questa
        volta era riuscita.

        Elisa Prati, Tre sirene e un pirata, Edizioni La Spiga


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