Page 16 - Letture 2
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TUTTI IN CLASSE!























                                               MI       CI     O                             LEGGE
                                               MICIO



                                                                                       L'INSEGNANTE


               Micio era molto affezionato ad Alessandro, il suo padroncino. Soffriva davvero la
               mattina, quando Alessandro andava a scuola. Così, un giorno decise di seguirlo.
               Aspettò che il suo padroncino uscisse, poi aprì l’armadio di Alessandro, tirò fuori
               un paio di calzoni e una maglietta, e li indossò. Prima di richiudere l’armadio,
               infilò un paio di comode pantofole. Si guardò un attimo allo specchio: così
               vestito sembrava un bambino anche lui.
               Abbastanza soddisfatto, Micio aprì la porta di casa e schizzò via.
               Raggiunse la scuola in quattro balzi, sgattaiolò dentro alla classe di Alessandro
               e si sedette nell’ultimo banco.
               Alessandro era nelle prime file e non si accorse di lui. La bambina del banco
               accanto guardò Micio un po’ meravigliata: non aveva mai avuto compagni
               con i baffi e le orecchie a punta.
               La maestra intanto era entrata e aveva già tirato fuori il registro per fare l’appello.
               Quando ebbe chiamato l’ultimo nome, si accorse che c’era un bambino che
               non si era ancora alzato in piedi a dire «presente».
               – Senti, bambino là in fondo, tu chi sei?
               – Miao! – rispose educatamente il gattino, alzandosi.
               Alessandro riconobbe il suo micetto e spalancò la bocca stupito.
               – Chi è il padrone di questo gattino? – chiese la maestra senza arrabbiarsi.
               Alessandro alzò la mano un po’ preoccupato: si aspettava una sgridata.
               Ma la maestra disse solo: – Siediti vicino a lui, Alessandro. Per oggi può restare,
               ma domani ti dovrà aspettare a casa.
               Alessandro cambiò banco tutto contento, poi la maestra si mise a fare lezione
               come se niente fosse: in tanti anni di scuola i bambini le avevano portato
               in classe lucertole, rane, ragni, tartarughe, maggiolini, criceti e topolini. Un
               micetto non poteva meravigliarla davvero, anche se era vestito da bambino.
               Stefano Bordiglioni, Omero e l’Acchiappastorie, Einaudi Ragazzi



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