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Nel deserto del Sahara
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IL DIARIO DI VIAGGIO
I L D I A R I O D I V I A G G I O Ciao, mi chiamo Nella Aisha, ho dieci anni e viaggio spesso in
Un tempo, quando la Africa con i miei genitori: la mia mamma è archeologa e il mio
televisione e internet non papà una guida specializzata in spedizioni nel Sahara, il più
esistevano, il diario di viaggio grande deserto del mondo. Questo è il diario del mio viaggio
era un documento importante, in Algeria, una spedizione in cerca delle tracce lasciate dagli
perché forniva informazioni su uomini preistorici.
popoli lontani anche a chi non
aveva la possibilità di girare Datteri - Il nostro aereo atterra a Djanet, una delle oasi più
il mondo. belle del Sahara. Ci vivono circa 5000 persone, che in gran
I moderni diari di viaggio sono parte coltivano verdure, frutta e soprattutto palme da datteri:
i reportage dei giornalisti, ce ne sono ben 30000! Da qui partono le spedizioni nel
ma anche i blog di persone Sahara. Prima di metterci in viaggio compriamo le provviste
comuni che vogliono e la benzina per i nostri fuoristrada, perché per due settimane
conservare e trasmettere il non incontreremo altre oasi: solo sabbia, rocce e, speriamo,
ricordo di un viaggio compiuto. tracce degli antichi abitanti del deserto...
Arte su pietra - Ci fermiamo a Terarart per vedere uno
dei capolavori dell’arte sahariana: “La mucca che piange”,
un graffito che raffigura due mucche col muso piegato in
avanti come se stessero bevendo. Da qui inizia la parte più
divertente del viaggio: dobbiamo attraversare due grandi
distese di sabbia. I fuoristrada vanno su e giù sulle dune,
sembra di essere sulle montagne russe! Sulle dune facciamo
il nostro primo campo: piantiamo le tende e scarichiamo dai
fuoristrada i bagagli e i viveri per la cena.
La mattina dopo, sul nostro percorso incontriamo alcune
tracce lasciate dagli uomini che abitavano il Sahara prima
che diventasse un deserto. Ogni tanto troviamo un pozzo e
ne approfittiamo per prendere l’acqua per lavarci e bere. Nel
deserto si impara che l’acqua è un bene prezioso: non bisogna
sprecarla, dobbiamo abituarci a usare solo quella
Il graffito noto come
“La mucca che piange”. che ci serve davvero!
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