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IO, TU, NOI




                                                IL TUBO





               Sentendosi chiamare, Julie si fermò in mezzo alla strada.
               – Fermati! Prendimi! – le diceva una voce metallica.
               Julie si voltò, ma non vide nessuno.
               La voce insistette: – Sono davanti ai tuoi piedi!
               Julie vide sul marciapiede un piccolo tubo di metallo e lo raccolse.

               – Appoggiami all’orecchio!
               Udendo la voce risuonarle in mano, Julie si spaventò e lasciò cade-
               re il tubo.
               – Sta’ attenta! – protestò il tubo.
               – Ma che succede? – disse Julie raccogliendolo nuovamente. – Non ho
               mai visto un tubo che parla!
               – E io non ho mai visto una terrestre tanto fifona! – grugnì il tubo.

               Julie si voltò per vedere se ci fosse qualcuno, ma la strada era deserta.
               – Cammina nella direzione che ti indicherò – ordinò la voce. – Va’ avanti
               finché mi sentirai contare. Uno, due, tre...
               Julie avanzò, lasciò la strada dove si trovava, ne attraversò un’altra e poi
               un’altra ancora e finalmente arrivò al parco.
               – Ferma!
               Julie si fermò.
               – Vengo da molto lontano, – disse il tubo – dalle stelle! Sono un poliziotto
               dello spazio. Stavo inseguendo un ladro spaziale che si era rifugiato sulla

               Terra. Lui mi ha ferito e non posso muovermi. Sono molto vicino a te: sem-
               plicemente non puoi vedermi. Ed è meglio così, perché ti farei paura.
               – Mi piacerebbe vederti – disse Julie in cerca dell’invisibile poliziotto.
               – D’accordo, ma devi promettermi una cosa: dopo avermi visto devi lan-
               ciare il tubo nella mia navicella, così potrò tornare a casa e farmi curare.
               – Promesso!
               – Allora portati il tubo all’occhio e mi vedrai.
               Julie obbedì e scorse una cosa orribile che le fece drizzare i capelli. Era

               rotonda, gelatinosa, con pezzetti di corazza rossa, antenne pelose, grandi
               occhi simili a uova al tegamino e proboscidi ricoperte di ventose.







                    Sottolinea in due colori diversi le parole della bambina e quelle
                  del personaggio misterioso. Poi leggi il testo in modo espressivo,
                  con i toni di voce adatti, suddividendo con i compagni le parti
                  del narratore, della bambina e del tubo.



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