Page 27 - GIRO DEL MONDO IN TANTE STORIE
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Una grande casa e...


                                                          un cane




                                                         Per due esaltanti settimane, Bean credette che sarebbero
                                                         andati ad abitare in una casa con dieci cani. L’aveva sentito dire

                                                         dai suoi genitori. Sorridendo e bisbigliando, si comportavano
                                                         come se avessero un segreto, una sorpresa. Per lei.
                                                         Bean imballava con cura i suoi libri per il trasloco dalla
                                                         grande casa di Perth a quella di Sydney, immaginando la
                                                         scena di dieci cani di razze diverse che correvano a leccarle
               A contatto con la natura                  le mani scodinzolando.
               L’autrice è nata nel 1947 a               “Dieci cani?” rise sua madre. “Oh, Bean, pazzerella! Non una
               Wonthaggi, un piccolo centro              casa con dieci cani, una casa con dieci vani. Un attico!”
               nell’Australia Meridionale, non           “Che cos’è un attico?” chiese Bean con una vocetta smorta.
               lontano dall’Oceano Indiano. È            Sentì la felicità colarle via come un uovo spiaccicato sul muro.
               cresciuta in una fattoria: forse per
               questo ama tanto la natura e gli          “È l’ultimissimo piano di un caseggiato. Tuo padre ha costruito
               animali. Il suo cognome ha un             un magnifico grattacielo a Sydney e il nostro appartamento è
               dolce significato: vuol dire “miele”.     il più alto, il più isolato e il più sicuro di tutti, con la più bella
                                                         vista sulla baia. È stupendo, Bean, mi puoi credere!”

                                                         “Posso avere un cane?” chiese cupissima Bean.
                                                         “No, no, no. Non ricominciamo daccapo con questa storia...”
                                                         sospirò sua madre.
                                                         La madre di Bean, Ala Aurora, era una decoratrice floreale,
                                                         ma non una fioraia che ficca i fiori nei vasi. Le riviste ne
                                                         parlavano come di un’artista della flora, e a sentire il suo
                                                         nome le signore-bene chiocciavano “Così creativa!” (per
                                                         quanto alcune la chiamassero “la pazza delle erbacce”). Creava
                                                         per grandi eventi, come grandiose feste di nozze, conferenze
                                                         internazionali, balli di società e lanci di macchine di lusso.
                                                         Sceglieva delle piante insolite, come felci, cactus o bambù.
               Un’infanzia felice                        “Bellissimo essere creativi se non hai da viverci insieme!”
               Elizabeth è la terza di quattro           mugugnò Bean ai suoi giocattoli preferiti mentre li avvolgeva
               fratelli. Da piccola trascorreva le       con delicatezza in un fazzolettino e li sistemava in una scatola.
               giornate a contatto con gli animali       Sua madre sceglieva sempre tutto lei. Sceglieva i vestiti di
               della fattoria: polli, vitelli, cavalli,   Bean e stabiliva il taglio dei suoi capelli, sceglieva i suoi
               maiali... Niente tivù e, naturalmente,
               niente computer. In particolare           giocattoli e decideva il colore delle pareti; in effetti, ogni
               lei si occupava dei polli e, con          oggetto della loro vita veniva accuratamente selezionato da
               quello che ricavava dalla vendita         Ala Aurora. In genere a Bean non importava, ma ogni tanto
               delle uova, pagava anche il suo           avrebbe preferito avere una mamma normale.
               insegnante di pianoforte! A scuola        Ecco le cose che non le era permesso avere: una Barbie, niente
               ci andò quando aveva già sette            di peloso con gli occhioni, niente di rosa oppure di giallo
               anni, perché da piccola era spesso        e nemmeno niente di pallido, di plastica, di Disney, con le
               raffreddata e ammalata.
                                                         batterie o di violento.
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