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4       PROVA AUTONOMA • B                                 Con autovalutazione e correzioni a fine test






                                            Per questa prova hai a disposizione 75 minuti.



                                               IL PASSAGGIO DELL’ORSO


                                Koti, la mamma orsa, strappò con gli unghioni una pianta di aglio dal
                                terreno e il piccolo Karhu fece per annusarla, ma subito scosse il capo
                                e starnutì. Meglio il profumo e il sapore del latte... Tornò alle zuffe con
                                il fratellino Suuri.
                             5  A circa cento metri di distanza, un dito indice girò la rotella della mes-
                                sa a fuoco: l’immagine dell’orsa e dei due cuccioli, ora, spiccava nitida
                                nel binocolo. Sdraiato a pancia in giù nell’erba, al limite opposto della
                                radura, Sandro osservava, non visto dalla famiglia di orsi.
                                – Ma tu guarda! – trasalì non appena vide Koti uscire allo scoperto.
                            10  – Ecco la femmina della Camosciara con due nuovi arrivati.
                                Sandro sospirò: l’orso marsicano, scomparso ormai da secoli nel resto
                                d’Italia, era sopravvissuto proprio lì, tra quelle maestose montagne.
                                La nascita dei piccoli era l’unica speranza concreta per il suo futuro.
                                Staccò gli occhi dal binocolo per asciugarsi il sudore dalla fronte. Poi,
                            15  con la coda dell’occhio, lo vide.
                                Si muoveva al limite della radura, alla sua destra. Una sagoma scura
                                all’ombra dei faggi.
                                Sandro orientò il binocolo in quella direzione. E rimase di sasso.
                                Un lupo stava ritto sulle zampe accanto a un albero, con gli occhi
                            20  fissi sugli orsi. Come al rallentatore, l’animale si accovacciò, pronto a
                                scattare. Invece di correre, però, cominciò a strisciare lentamente, una
                                zampa dopo l’altra, verso il centro della radura.
                                Sandro abbassò il binocolo. A occhio nudo, da lontano, il lupo sembra-
                                va un innocuo pezzo di tronco nell’erba. Si muoveva così lentamente
                            25  che solo uno sguardo esperto avrebbe potuto notarlo.
                                Koti era intenta a sollevare grosse pietre alla ricerca di formiche e lar-
                                ve d’insetti. Dava le spalle ai cuccioli, che giocavano rincorrendosi tra
                                l’erba, ignari del pericolo mortale.
                                – Alza la testa, mamma... – sussurrò Sandro a denti stretti.
                            30  Sandro era un guardaparco e il suo ruolo gli imponeva di sorvegliare
                                e custodire, senza intervenire nei processi naturali, come recitava una
                                frase del manuale in dotazione alle guardie del Parco. Deglutì e rimase
                                immobile, teso.
                                Il lupo era ormai a una decina di metri dai cuccioli. Nove, otto.
                            35  Non poteva avere la meglio contro un orso adulto, ma evidentemente
                                sperava di catturare un piccolo e scappare via.
                                Sandro allungò lentamente una mano, raccolse un rametto secco e lo
                                spezzò. Allarmata, Koti alzò la testa di scatto. Si accorse del lupo, ma
                                era tardi. La belva si avventò sul piccolo Suuri.




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