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TRACCIA DI LAVORO IL MITO MESOPOTAMICO Nella presentazione di questo mito, coerente nel contenuto con le letture
precedenti, potremo far notare le differenze rispetto alla leggenda, grazie all’aiuto della breve presentazione introduttiva.
Potremo quindi soffermarci sulla figura dell’eroe, che per il coraggio e la determinazione potrà essere accomunato al pro-
tagonista dei racconti d’avventura, ma con l’ausilio di poteri sovrumani che solo l’eroe mitologico possiede.
PAROLE PER CRESCERE
NEL TEMPO
IL MITO
Come le leggende, anche i miti sono racconti molto antichi, attraverso i quali
i nostri antenati cercavano di spiegare le origini del mondo, delle creature viventi
e degli elementi naturali. I personaggi di queste storie sono dunque divinità
oppure eroi con poteri sovrumani.
IL MITO DI GILGAMESH
Gilgamesh, il potente re di Uruk, era un semidio: sua
madre, infatti, era una dea e suo padre era il precedente
re della città.
Gilgamesh era molto prepotente e il popolo se ne la-
mentò con gli dei, che decisero di creare un rivale forte
quanto lui: Enkidu.
Enkidu imparò le abitudini degli uomini in un accampa-
mento di pastori e si guadagnò da vivere come guardia-
no, tenendo lontani leoni e lupi con la sua clava.
Quando Enkidu sfidò Gilgamesh, i due lottarono come
tori, ma nessuno riuscì a prevalere.
Alla fine Gilgamesh abbandonò la lotta perché capì di
aver trovato qualcuno che aveva la sua stessa forza.
Da quel giorno i due divennero grandi amici.
Un giorno, la dea Ishtar si innamorò di Gilgamesh e de-
cise di sposarlo, ma Gilgamesh la rifiutò. Allora la dea,
per vendicarsi dell’offesa subita, chiese ad Anu, padre
degli dei, di mandare il Toro del Cielo a combattere con-
tro il semidio.
Il Toro scese sulla terra e provocò terremoti, morte e
siccità, ma Gilgamesh lo affrontò e lo uccise.
In seguito, gli dei si riunirono in consiglio e decisero
che, poiché era stato ucciso il Toro del Cielo, almeno
uno dei due eroi avrebbe dovuto perdere la vita.
Quella stessa notte, Enkidu si ammalò e morì.
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