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PROVA AUTONOMA • A          3




                                     40  – Ines! Ma cosa fai? Ti stiamo cercando dappertutto! Non hai sentito il
                                         fischio? Stiamo per partire... – I suoi genitori erano pallidi, preoccupati
                                         all’idea di averla persa.
                                         Ines non aveva sentito niente, era stata rapita dal mare. Si tuffò nelle
                                         braccia della madre e in quel momento sentì l’ultimo avviso: il transat-
                                     45  lantico stava tagliando le acque del gigante.
                                         C’è una striscia di mare bianca fra la nave che si allontana e la terra
                                         che resta. Sta in mezzo e disegna un addio. Una striscia bianca di
                                         schiuma. Dentro Ines resterà il ricordo di quella scia di schiuma bian-
                                         ca, come un sentiero che non traccia il ritorno.
                                     50  La striscia di mare bianca era ancora lì. Lunga e immobile. Ines vede-
                                         va la terraferma sempre più piccola all’orizzonte. Provò a fare il gioco
                                         di quando era piccola: se rinunciava a qualcosa poteva chiedere un
                                         desiderio. Era uno scambio giusto.
                                         “Se non guardo indietro per tutto il viaggio, il sentiero bianco resterà
                                     55  sempre lì, e io me ne tornerò a casa perché nel mare resta la strada.
                                         Vorrei andare dalla maestra Paola, da Alberto, da Lucerna...”
                                         – A che pensi? – Angela Maria la prese per mano e le fece un’altra
                                         domanda senza aspettare risposta: – Sei triste?
                                         – Non lo so, mamma. Un momento sono triste, un altro non vedo l’ora di
                                     60  arrivare. Non ci capisco più niente! Ho qualcosa qui nel petto, proprio
                                         qui – disse la bambina portandosi la mano di Angela Maria in mezzo al
                                         petto. – Una specie di puntura... Non mi lascia da quando sono partita.
                                         – È la nostalgia, Ines, anch’io ce l’ho, proprio qui – disse la mamma fa-
                                         cendo il medesimo gesto della figlia. – Come un sassolino che preme
                                     65  sul cuore. Ma non ti preoccupare, è un sassolino di argilla, vedrai che
                                         l’acqua del mare lo scioglie.
                                         Ines le regalò un sorriso largo e complice.
                                         – Vai con papà, ora – disse Angela Maria indicandole il padre. – Voglio
                                         restare un po’ da sola a guardare la nostra terra che si allontana.
                                                          (Tratto e adattato da: Daniela Palumbo, Sotto il cielo di Buenos Aires,
                                                                                                      Oscar Mondadori)




























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