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PUO SUCCEDERE ANCHE A ME
L’UCCELLINO
CADUTO DAL NIDO
Di fronte a casa mia c’è un grande
albero. Questa primavera le ghiandaie
ci hanno fatto il nido. E presto sono nati
i loro piccoli.
Un giorno sentii un rumore fortissimo provenire
dall’esterno. Guardai fuori dalla finestra e vidi un giardiniere che potava
gli alberi. Sembrava che gli alberi fossero dal parrucchiere.
Un uccellino, spaventato, saltò fuori dal nido. Quando cadde a terra, alzò
il capino per guardare il suo nido. Non poteva tornare sull’albero da solo,
perché non sapeva ancora volare.
Un pensiero mi attraversò la testa all’improvviso: “Devo salvarlo, o stanotte
potrebbe finire nelle grinfie del gatto!”.
Scesi in giardino e camminai lentamente verso l’uccellino. Provai a
catturarlo, ma si muoveva troppo in fretta. Allora corsi in garage e presi
una vecchia gabbietta e un retino da farfalle.
– Ti aiuto io, uccellino!
Lo raccolsi delicatamente e lo misi nella gabbia.
All’inizio l’uccellino pigolò e sbatté le ali, spaventato.
– Stanotte starai qui, domani troverò un modo per riportarti dalla tua
famiglia – gli dissi.
Io guardavo l’uccellino e lui guardava me. Notai le sue belle piume e
il ciuffo sulla testa e decisi di chiamare quella soffice creatura “Angelo”.
Yuna Kahng, L’uccellino caduto dal nido, Gribaudo
MI PIACE CAPIRE
Rispondi a voce a tutti questi perché.
Perché l’uccellino cade dal nido?
Perché il bambino pensa di doverlo salvare?
Perché il bambino mette l’uccellino nella gabbietta?
Perché alla fine decide di chiamarlo “Angelo”?
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