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facciamo una prova!
                                                                               facciamo una prova!



                  ‒ Perché non mi fate dormire? ‒ bisbigliò Occhiodoro.
                  Le spiegarono ciò che volevano e lei rispose che aveva sentito parlare della pozza.
                  ‒ Da che parte si trova? ‒ chiesero.
                  ‒ Da che parte? Dove c’è l’acacia spezzata, mi pare... Da quelle parti abitava un

                  corvo. Una volta mi disse che una gru gli aveva parlato di un posto non lontano
                  dall’acacia... con una pozza in cui l’acqua scendeva sempre. Ma è passato tanto
                  tempo! Lasciatemi dormire.
                  Occhiodoro rientrò lentamente nella buca.
                  ‒ Da che parte si va, quindi? ‒ tuonò Golia.
                  ‒ Da quella parte! ‒ rispose il Grande Gra, senza esitazione.
                  A dire la verità non lo sapeva e aveva deciso a caso. Poteva essere la direzione
                  giusta e poteva essere quella sbagliata, ma di una cosa era sicuro: lì non si po-
                  teva rimanere. Meglio rischiare l’ignoto che finire rinsecchiti.
                  Le rane, davanti alla sua sicurezza, non sapevano che cosa decidere. Fu Golia
                  ad aiutarle: ‒ Sbruffone, bugiardo! E vorresti essere il capo! Fatti avanti, allora,
                  se hai coraggio!
                  Due balzi e Golia gli fu di fronte. Sembrava enorme con il collo così gonfio e
                  pulsante, ma il Grande Gra non si fece intimidire. L’altra rana aveva la forza, lui

                  poteva contare sull’agilità: doveva solo cercare di non avvicinarsi troppo e di evi-
                  tare i colpi. Una zampata di Golia, e un salto di lato, un’altra, e un salto indietro.
                  Andarono avanti così per un po’ nel silenzio generale, finché all’improvviso Golia
                  fece un balzo così grande e inaspettato che il Grande Gra non riuscì a evitarlo.
                  Golia gli saltò sopra con tutto il suo peso e il Grande Gra si sentì perduto. In-
                  tervennero le altre rane: ‒ Lascialo! Lascialo!
                  Golia fece un piccolo salto di lato: ‒ Allora, ti è bastata la lezione?
                  Il Grande Gra si sentiva frantumato nel corpo, ma lucido nella testa; si rialzò a
                  fatica e rispose: ‒ Puoi anche continuare, ma non cambio idea. Io me ne vado.
                  Voltò il dorso e si allontanò.
                  ‒ Pazzo! ‒ gli gridò dietro Golia.
                  Solo lui, le altre rane in silenzio. Poi la voce di Pellediluna: ‒ Io vado con lui,
                  voglio trovare un altro posto per le uova.
                  Allora successe qualcosa e, come se un incantesimo si fosse rotto, tutte le rane
                  si misero a gridare: ‒ Vengo anch’io!
                  Vicino allo stagno che stava scomparendo rimasero solo Golia e Mezzomiglio. Ma
                  dopo pochi minuti, mentre il gruppetto saltava su un sentiero di terra e sassi,
                  si sentì un richiamo: ‒ Aspettatemi!

                  Mezzomiglio raggiunse le altre e tutte insieme partirono, il Grande Gra in testa.
                                                            Angela Nanetti, La compagnia della pioggia , Giunti Junior







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