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PAROLE PER CRESCERE EDUCAZIONE AMBIENTALE
NEL MONDO
UNA CITTÀ PULITA?
La città di Pulitopoli sorgeva su una ridente collina piena di
sole, di luce e d’aria buona. Tutt’intorno si stendeva la bella
campagna generosa, dove il raccolto cresceva bene e i bambi-
ni scorrazzavano contenti. Appena un po’ più in là, nella valle,
scorreva il vecchio fiume, che se ne andava per i fatti suoi tra i
boschi di querce e noccioli.
Tra le iniziative approvate dal Comune ce n’era una assai am-
biziosa, che con un curioso gioco di parole era stata presenta-
ta alla cittadinanza come il progetto “Pulitopoli pulita”.
– Pulitopoli sarà la città più pulita del mondo! – aveva assicu-
rato il Sindaco.
E la risposta della cittadinanza era stata pronta, entusiasta.
L’ordine e la pulizia divennero il chiodo fisso della popolazione.
Così i pulitopolesi, quando avevano finito di rassettare le case,
scendevano per le strade e spolveravano le panchine, lavavano
i marciapiedi, ridipingevano le facciate dei palazzi, curavano le
aiuole dei giardini pubblici, pulivano i cartelli stradali e racco-
glievano anche il più piccolo, microscopico pezzo di carta.
Potete immaginare che montagna di immondizia raccoglies-
sero ogni giorno.
E che fine faceva quell’immondizia? Gli addetti comunali, con
i furgoncini pieni di spazzatura, scendevano la ridente collina
CAPIRE
Rispondi.
• Che cosa ha deciso un giorno il Sindaco di Pulitopoli? ........................................................................................
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• Dove venivano depositati i rifiuti? ...................................................................................................................................
• Perché i lucci erano spariti dalla parte bassa del fiume? ......................................................................................
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• Gli uomini “non sapevano ascoltare la voce del fiume” perché:
ponevano molta attenzione alla pulizia, ma non si preoccupavano di dove finisse la spazzatura
parlavano solo di pesca e non ascoltavano lo scorrere dell’acqua
• Perché, alla fine, l’autrice dice che “quei piccoli problemi” comunque non sarebbero stati considerati?
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