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2       PROVA SEMI-GUIDATA





                                    LETTURA E COMPRENSIONE: il testo narrativo
                   Tempo
                 consigliato:                         IO CREDO AGLI UNICORNI
                 35 minuti
                                    PARTE 1

            Domande A1              Mi chiamo Tomas Porec. Avevo sette anni quando incontrai per
            e A2                    la prima volta la signora degli unicorni. Allora credevo agli uni-
                                    corni. Adesso ho quasi vent’anni e, a causa sua, credo ancora
                                    agli unicorni.
                                    A quel tempo la mia piccola città per me era un luogo di magia e meravi-
                                    glia. Era il mio mondo, casa mia. Conoscevo ogni vicolo acciottolato, ogni
                                    lampione di ogni via. Pescavo nel torrente sotto la chiesa, d’inverno scen-
                                    devo in slitta lungo le colline, d’estate nuotavo nel lago. La domenica mia
            Domanda A3              madre e mio padre mi portavano a passeggiare o a fare un picnic, e io mi
                                    rotolavo giù per le colline, senza mai stancarmi, e finivo disteso sulla schie-
                                    na, ebbro di gioia, mentre il mondo ruotava sopra di me.
                                    Però la scuola non mi era mai piaciuta. Non era colpa sua, e nemmeno de-
            Domanda A4              gli insegnanti. È solo che volevo sempre star fuori. Non appena la scuola
                                    finiva, tornavo a casa a mangiare pane e miele – mio padre teneva le sue
                                    api in collina – e poi uscivo a giocare.

            Domanda A5              Ma un pomeriggio mia madre ebbe un’altra idea. Doveva fare degli acquisti
                                    in città, disse, e voleva che andassi con lei.
                                    – Odio le compere – le dissi.
                                    – Lo so, caro – disse lei. – Infatti ti porto in biblioteca. Sarà interessante.
            Domanda A6              Sarà qualcosa di diverso. Potrai ascoltare delle storie per un’oretta. Ti farà
                                    bene. C’è una nuova bibliotecaria, e dopo la scuola racconta storie ai bam-
                                    bini che vogliono ascoltarle. Dicono tutti che è bravissima.
                                    – Ma io non voglio ascoltare – protestai.


                                    PARTE 2
                                    Mia madre si limitò a ignorare le mie suppliche, mi prese per mano con
            Domanda A7              decisione e mi guidò fino alla piazza principale. Mi fece salire i gradini che
                                    portavano alla biblioteca.
                                    –  Fai il bravo – disse, e se ne andò.
                                    Vidi un gruppetto eccitato di bambini radunati in un angolo. Alcuni erano
                                    della mia scuola, ma sembravano tutti molto più piccoli di me. Non volevo
            Domanda A8              certo stare con loro. Stavo per voltarmi e andarmene disgustato quando
                                    notai che si spintonavano tutti, come se cercassero disperatamente di arri-
                                    vare a vedere qualcosa. Siccome non vedevo cosa, mi avvicinai.
                                    All’improvviso si sedettero tutti e si zittirono, e lì nell’angolo vidi un unicorno.
                                    Era accovacciato, assolutamente immobile, le zampe ripiegate con cura
                                    sotto il corpo. Capii che era di legno intagliato e dipinto di bianco, ma era
            Domanda A9
                                    così verosimile che se si fosse alzato per trotterellare via non mi sarei affat-
                                    to stupito.
                                    Accanto all’unicorno, altrettanto immobile, altrettanto composta, c’era una
                                    signora sorridente. Quando il suo sguardo incrociò il mio, con il suo sorriso


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