Page 60 - PROLA DI LIBRO 4 - LABORATORIO DI SCRITTURA
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– Sono Gattopazzo, il gatto fantasma! – sibilò la           La voce rispose che era Gattopazzo,
                voce. – Gattopazzo, che vede nel buio! – disse              un gatto che vedeva anche nel buio.
                ancora, avvicinandosi. – Per esempio, vedo che              Can Cagnone, invece, non poteva
                hai la lingua fuori, che hai un’orecchia su e una
                giù, e una grossa goccia di saliva che ti esce dalla        vedere quanto Gattopazzo fosse
                bocca tremante... Invece tu non puoi vedere quan-           .................................... e come avesse unghie
                to sono grosso, le zampe forti che ho, le lunghe            ......................................................................................

                unghie affilate, la bocca grande e i denti aguzzi!          e denti  ................................................................... .
                Can Cagnone guardava attentamente nell’oscurità,
                ma non vedeva niente: però sentiva quella voce
                inquietante, e anche un fortissimo odore di gatto.
                – Co... co... cosa vuoi da me, Gattopazzo? – chiese.        Can Cagnone chiese a Gattopazzo
                – Voglio che lasci in pace Gigio e Piero: se non            .................................................................................... .
                ubbidirai tornerò qui ogni notte, nel buio, e ti            Gattopazzo gli rispose che doveva

                graffierò gli occhi, la lingua e la pancia. Tu non
                potrai difenderti, perché non mi vedi, mentre               ......................................................................................,
                invece io sì!                                               o sarebbe tornato ogni notte
                – Va bene, va bene, Gattopazzo! – disse Can Ca-             a tormentarlo.
                gnone con un filo di voce. – Farò come dici!                Can Cagnone accettò.
                Nel buio il cane si accucciò e nessuno vedeva il
                pelo che gli tremava.
                Poi, di colpo, la lampadina si riaccese: forse una
                zampa di gatto aveva schiacciato l’interruttore...

                Da quel giorno, Piero il gatto nero e Gigio il gatto
                grigio vissero in pace, e il perché lo si capisce.
                             Roberto Piumini, Storie in un fiato, Einaudi Ragazzi


































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