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LEGGERE e CAPIRE... IL DIARIO
UNA VALANGA DI IMPEGNI
UNA VALANGA DI IMPEGNI
1 Leggi i racconti in modo espressivo, prestando attenzione alle caratteristiche del testo.
Giovedì 14 gennaio
Caro diario,
scusa per le macchie di cioccolato, ma sono le cinque e mezza
del pomeriggio e ti sto scrivendo mentre faccio merenda.
Ieri sono andata a danza. Ormai è da un po’ di mesi che ci vado,
ma non è che mi piaccia granché. La palestra è un posto grande
e pieno di specchi per guardarsi mentre si fanno le varie figure.
Poi c’è una sbarra attaccata al muro: serve ad appoggiarsi con
una mano quando si lavora con le gambe; infine c’è un pianoforte. Abbiamo anche il lettore CD
però Stefania, una delle due maestre, preferisce suonare lei. Io preferisco la musica dei CD.
Simona, l’altra maestra, ci fa ripetere spesso gli esercizi: A tempo... A tempo... Giù la mano,
su la mano... Attenta al gomito... Ogni tanto mi diverto, ma di solito mi annoio da morire. La
mamma dice che è importante che io impari a danzare perché così “ne acquisto in grazia”. Io
vorrei invece che miei genitori mi acquistassero un pallone da pallavolo e che mi lasciassero
andare a giocare con Licia. La mamma dice che non ho il tempo per la pallavolo perché le
giornate sono già tutte piene.
Quello magari è anche vero. L’altro ieri per esempio la maestra Giovanna ci aveva dato una
ricerca e ieri ho impiegato tre ore solo per fare quella. Poi dovevo studiare una poesia e fare
delle operazioni. Le operazioni le ho fatte alla sera, invece la poesia l’ho imparata il giorno dopo
prima di andare a scuola, perché si era già fatto troppo tardi.
Mercoledì 20 gennaio
Caro diario,
ieri ho detto alla mamma che penso di non andare più dal professor
Perotto, il maestro di pianoforte. Ho fatto la faccia da “bambina-eroina
che si sacrifica per una giusta causa” e le ho detto che non mi sembra
giusto che lei debba spendere tanti soldi per le mie lezioni e che io
mi sento in colpa.
La mamma mi ha sorriso e ha detto che per me, lei e il babbo vogliono solo il meglio.
Allora ho perso la pazienza e ho cominciato a gridare che il professor Perotto mi sta antipatico,
che il pianoforte non mi piace e che se proprio devo suonare, preferirei la batteria! La mamma
si è arrabbiata e ha urlato: - BASTA!
Poi ha mormorato qualcosa, del tipo che il piano è uno strumento completo e che io dovrò
maturare prima o poi. Maturare che cosa? Non sono mica una pera, io!!!
S. Bordiglioni e M. Badocco, Dal diario di una bambina troppo occupata, Einaudi scuola
Leggere e comprendere pagine di diario; rispondere a domande aperte
106 e a quesiti con risposta a scelta multipla.