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IMPARARE FACILE





                                      L’uccellino, pagina 137


            Interventi di semplificazione sul TESTO ORIGINALE

            Cominciai a vagare senza meta tra gli alberi, come ogni giorno.
            All’improvviso avvistai un uccellino. Lo sentii cinguettare in cima a un eucalipto. Era
            così piccolo che faticavo a individuarlo tra le foglie. Le sue piume erano grigie con
            sfumature azzurre, il suo becco nero. La sua voce era straordinariamente acuta e
            potente in rapporto al suo esile corpicino.
            Si alzò in aria, gioioso, posandosi su un altro ramo. Continuava a spostarsi velocemente
            da un ramo all’altro, poi si fermava e guardava sempre verso di me. Ogni volta che i
            nostri sguardi si incrociavano, l’uccellino spiccava il volo, fermandosi di colpo pochi
            metri più in là. Era come se mi invitasse a giocare con lui. Non riuscii a resistere a quel
            richiamo e mi arrampicai sull’albero.
            Ormai avevo raggiunto l’uccellino. Provai ad allungare la mano per accarezzare le sue
            morbide e lucenti piume, ma l’uccellino non si fidò e spiccò il volo andando a posarsi
            sul ramo dell’albero di fronte, poi si voltò verso di me muovendo rapidamente la
            testolina da destra a sinistra, poi dall’alto verso il basso. Se ne stava lì e mi guardava,
            incuriosito.
            Forse era solo la mia fantasia, ma pareva che mi chiamasse, che mi invitasse a giocare
            con lui.

            M. Foa e M. A. Bragonzi, Il bambino invisibile, Piemme


            TESTO RIDOTTO E ADATTATO da proporre agli alunni

            Lo scrittore racconta...
            Lo  s cr i t t o r e  r a c c o n t a . . .
            Cominciai a camminare tra gli alberi.
            All’improvviso vidi un uccellino. Lo sentii cinguettare in cima a un albero
            di eucalipto. Era così piccolo che facevo fatica a vederlo tra le foglie. Le
            sue piume erano grigie e azzurre, il suo becco nero. La sua voce era forte
            rispetto al suo corpicino delicato.
            Volò posandosi su un altro ramo. Continuava a spostarsi velocemente
            da un ramo all’altro, poi si fermava e guardava verso di me. Era come se
            mi invitasse a giocare con lui. Non riuscii a resistere a quell’invito e mi
            arrampicai sull’albero.
            Ormai avevo raggiunto l’uccellino. Provai ad allungare la mano per
            accarezzare le sue morbide e lucenti piume, ma l’uccellino volò via
            andando a posarsi sul ramo dell’albero di fronte, poi si voltò verso di me
            muovendo la testolina da destra a sinistra, poi dall’alto verso il basso. Se
            ne stava lì e mi guardava, incuriosito.
            Forse era solo la mia fantasia, ma sembrava che mi chiamasse, che mi
            invitasse a giocare con lui.
            M. Foa e M. A. Bragonzi, Il bambino invisibile, Piemme

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