Page 57 - Guida al testo_IL LIBROAGENDA 4
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ITALIANO
– Certo che sei la mia mamma. E sei una mamma molto buona – rispose il pulcino
chiudendo gli occhi.
Luis Sepúlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Salani Editore
TESTO RIDOTTO E ADATTATO da proporre agli alunni
Le promesse di Zorba
Il gatto Zorba prendeva il sole sul balcone a pancia all’aria. Quando si girò per farsi
scaldare la schiena, sentì il fischio di qualcosa che si avvicinava a gran velocità.
Si spostò appena in tempo e una gabbiana cadde sul balcone. L’uccello aveva tutto
il corpo coperto di una sostanza scura e puzzolente.
Zorba miagolò: – Che cos’è tutta quella roba che hai addosso?
La gabbiana rispose: – Sono stata raggiunta da un’onda nera.
Zorba le disse: – Riposa un po’, ora...
La gabbiana riprese: – Non ho tempo di riposare. Voglio deporre un uovo.
Promettimi che non lo mangerai.
– Prometto – ripeté Zorba.
– Promettimi che ne avrai cura finché non sarà nato il piccolo – continuò la gabbiana.
Zorba la rassicurò: – Ti prometto che avrò cura dell’uovo finché non sarà nato
il piccolo.
– E promettimi che gli insegnerai a volare.
– Ti prometto che gli insegnerò a volare. E adesso riposa, io vado in cerca di aiuto... –
miagolò Zorba saltando direttamente sul tetto.
Con le ultime forze che le restavano, la gabbiana depose un uovo.
Una mamma speciale
Per molti giorni il gatto rimase sdraiato accanto all’uovo, proteggendolo con le sue
zampe pelose. Il ventesimo giorno lo svegliò un solletichino alla pancia. Aprì gli occhi
e si accorse che, da una crepa nel guscio, appariva una puntina gialla.
Zorba prese l’uovo tra le zampe e così vide che il pulcino beccava per aprirsi un
passaggio dal quale uscì la sua piccola testa.
– Mamma! – gridò il piccolo gabbiano.
Zorba non seppe che cosa rispondere. Il piccolo, ormai fuori dall’uovo, cercò di fare
qualche passo ma cadde vicino alla pancia di Zorba.
– Mamma! Ho fame! – gridò, beccandogli la pelliccia.
Che cosa poteva dargli da mangiare? Sapeva che i gabbiani si nutrono di pesce, ma
dove lo trovava lui adesso un pezzo di pesce? Non sapeva che cosa fare, poi si
ricordò che gli uccelli mangiano gli insetti. Uscì sul balcone e aspettò che arrivasse
una mosca, poi la catturò e la diede al piccolo.
Il piccolo prese la mosca nel becco e la ingoiò. Poi fece un ruttino e si mise vicino
vicino alla pancia di Zorba dicendo: – Ho sonno, mamma!
– Io non sono la tua mamma... – miagolò piano Zorba.
Il pulcino chiuse gli occhi e rispose: – Certo che sei la mia mamma. E sei una mamma
molto buona.
Luis Sepúlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Salani Editore
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