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ITALIANO









             TESTO RIDOTTO E ADATTATO da proporre agli alunni


             U n  b a m b i n o  r acco n t a . . .
             Un bambino racconta...
             Mi sono allenato per tre mesi, un’ora tutti i pomeriggi.
             Ora sono più alto e i polpacci mi sono diventati più grossi; insomma,
             sono un terzino e domani gioco per la prima volta in una partita della
             nostra squadra di calcio.
             Mi sono fatto disegnare il numero “3” sulla maglietta e comprare un paio
             di calzettoni rossi e bianchi.
             Prima di andare a letto papà ha detto che voleva venirmi a vedere, ma
             gliel’ho proibito.
             Questa notte ho fatto dei brutti sogni: ho sognato che Gigi mi inseguiva
             con un pallone e che il pallone diventava sempre più grande, come una
             valanga. Poi mi sono alzato dieci volte a fare pipì e alla fine la mamma mi
             ha portato una tazzona di camomilla e mi ha obbligato a berla. Non avrei
             mai creduto che una partita di calcio sarebbe stata un problema così
             grosso per me.

             La partita è finita 3 a 2. Un gol l’ho fatto io. Mi sono trovato il pallone tra i
             piedi, ho saltato l’avversario, sono andato in porta e ho tirato.
             Ho sentito un grido fortissimo: – Goool!!! – e i miei compagni mi hanno
             sollevato in alto, come in trionfo.
             A pochi minuti dalla fine un avversario mi ha fatto lo sgambetto e sono
             caduto a terra. Ho battuto il naso e mi è uscito un po’ di sangue.
             Tutti hanno gridato: – Rigore! Rigore!
             Io sono uscito dal campo tenendo un fazzoletto sul naso, ma non mi
             importava niente perché abbiamo battuto il rigore e fatto il terzo gol,
             quello vincente!
             Quando siamo usciti dal campetto, Gigi mi teneva la mano sulla spalla e
             tutte le persone ci facevano i complimenti.
             Allora ho pensato che il papà sarebbe stato molto contento nel vedere
             il mio gol.
             Quando sono arrivato a casa, sul mio letto c’era una busta bianca con
             sopra scritto “Per Adalberto, il nostro campione”. Dentro ho trovato una
             fotografia di me sul campo, portato in trionfo dai compagni.

             Angela Nanetti, Le memorie di Adalberto, Einaudi Ragazzi










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