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ITALIANO   ASCOLTO E PARLATO
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                          Perché il gufo vola sempre di notte



             Rapaci e carnivori, acquatici e da cortile... quasi tutti gli uccelli erano arrivati all’assemblea
             per eleggere il loro capo.
             Scarpinando tra l’erba, ecco lo struzzo, seguito dalla faraona e dalla pernice.
             Per ultima arrivò l’aquila, gridando presuntuosa: – Largo! Largo! Arriva il re degli uccelli!
             La colomba prese la parola: – Propongo, come nostro capo, colui che ha la voce più soave.
             Immediatamente si levò un concerto di uccelli canori. L’usignolo li superava tutti.
             – No... Qui ci vuole uno che si faccia rispettare! – disse il falco.
             L’aquila applaudì sbattendo le ali e roteando gli occhi, lampeggianti come fulmini.
             Il pettirosso si fece coraggio e obiettò: – Come possono il falco o l’aquila essere i nostri
             capi, se mangiano noi e i nostri figli?
             Dopo una lunga discussione fu deciso che l’uccello
             capace di volare più a lungo sarebbe diventato capo.
             Al segnale stabilito, gli uccelli si levarono in volo.
             Nella confusione, la rondine approfittò per po-
             sarsi leggermente sulla schiena dell’aquila,
             che non si accorse di nulla.
             Dopo breve tempo, la quaglia atterrò sfinita,
             poi fu la volta della pernice, della faraona...
             A poco a poco, piccoli e grandi atterrarono
             boccheggiando. Alcuni uccelli viaggiatori
             volteggiarono ancora, finché l’aquila ri-
             mase sola.
             A quel punto, si decise a scendere. La
             rondine, allora, si staccò e scomparve tra
             le nuvole.
             L’aquila aveva appena toccato terra, che si udì
             un grido acuto: – Ho vinto io! Io sono il capo!
             Tutti gli uccelli sollevarono la testa e videro la
             rondine scendere leggera e orgogliosa.
             L’aquila era furiosa: – Ero io l’ultima lassù. Im-
             brogliona! Ora capisco che cos’era quel leggero
             tocco sulla schiena!
             – Becchiamola! – gridavano tutti gli uccelli.
             Ma, con un guizzo improvviso, la rondine scappò e si infilò in un termitaio.
             Gli inseguitori bloccarono l’uscita, poi ordinarono al gufo di fare buona guardia mentre
             andavano a prendere gli arnesi per stanarla.
             Il gufo assicurò che ai suoi grandi occhi non sarebbe sfuggito nulla. Ma, appena gli altri se
             ne furono andati, cadde addormentato con gli occhi spalancati. Zitta zitta, la rondine ne
             approfittò per scappare.
             – È ancora lì? – domandarono gli uccelli al loro ritorno.
             – Sì, sì... – rispose il gufo.


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