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nella scuola primaria         CLIL



               Dal canto suo, l’insegnante deve agevolare la comprensione da parte dell’alunno attra-
               verso la gestualità e il supporto di molti materiali visivi: video, poster, libri, flashcard,
               realia (modellini di oggetti).
               Il docente deve anche avere un’alta tolleranza dell’errore di tipo linguistico. Ricordia-
               mo, infatti, che l’obiettivo primario attiene all’acquisizione dei contenuti disciplinari: l’uso
               della lingua è dunque finalizzato alla comunicazione, quindi si punterà sulla fluency e
               sull’output anziché sulla grammatica.


               Come iniziare e l’uso del code-switching
               “Fare CLIL” significa selezionare all’interno di una determinata disciplina (Scienze, Geo-
               grafia, Storia, Arte e Immagine...) contenuti significativi e nuovi rispetto al bagaglio di
               conoscenze dell’alunno, che andranno presentati interamente in lingua straniera. Da parte
               dei bambini, è prevista però la possibilità di utilizzare la lingua madre in caso di difficoltà
               nell’esprimere un concetto.
               Questa modalità, che prende il nome di code-switching, costituisce una strategia natu-
               rale di comunicazione, che andrà poi scemando fino a che anche gli alunni utilizzeranno
               solo la lingua straniera.

               L’insegnante CLIL

               Nel CLIL il docente assume un  ruolo particolar-
               mente dinamico, aperto e pronto a rispondere in
               modo positivo e rassicurante nelle diverse situazioni
               di apprendimento. Deve essere disposto a imparare,
               poiché egli per primo deve conoscere i contenuti da
               veicolare ai suoi alunni, privilegiare una metodologia
               interattiva e una didattica cooperativa (con lavori
               a coppie, in piccolo e grande gruppo), enfatizzare le
               abilità comunicative degli alunni (utilizzando role
               playing, simulazioni).
               L’insegnante CLIL non deve stancarsi di essere ridondante e ripetitivo, e sul piano didattico
               deve: presentare i concetti più volte e in modo diverso, essere in grado di parafra-
               sare per aggirare gli ostacoli di comprensione degli alunni, integrare le attività tipiche
               dell’insegnamento della lingua straniera (linguistic games, listen and complete, gap-filling,
               matching exercises...) con quelle mutuate dalla disciplina.
               Infine, sempre ricordando che il CLIL è una metodologia incentrata sull’alunno, il docente
               deve gradualmente condurre quest’ultimo all’autovalutazione, cioè alla consapevolezza del
               proprio percorso di apprendimento, dei traguardi raggiunti e di quelli ancora da perseguire.
               Allo stesso modo, la valutazione da parte del docente dovrà considerare sia il processo di
               apprendimento sia il percorso: terrà conto dei punti di partenza, degli obiettivi prefis-
               sati, delle strategie che più hanno funzionato, ma anche degli ostacoli che hanno limitato
               l’apprendimento, che lo hanno ritardato o che hanno causato insuccesso.

               Si tratta dunque di un approccio didattico perfettamente in sintonia con le Indicazioni Na-
               zionali per il curricolo 2012 e con le Linee Guida MIUR per la certificazione delle com-
               petenze predisponendo il terreno a una facile elaborazione e gestione di compiti di realtà.




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