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IL RACCONTO FANTASTICO




                 Il mostro cominciò a piangere: probabilmente aveva fame.
                 Massimo prese il bicchiere di latte dal comodino e lo avvicinò

                 alla bocca del mostro: il naso a proboscide fece snif-snif e
                 la lingua si tuffò nel bicchiere risucchiandone il contenuto in

                 meno di un secondo.
                 – Bravo! – esclamò Massimo.

                 Il mostro però si mise a piangere di nuovo. Massimo lo prese
                 in braccio: ecco il problema, aveva fatto pipì.

                 – Va bene, provo a cambiarti... – disse. Sostituì il cotone del
                 nido, lavò il mostriciattolo e lo posò nella scatola.
                 Ma il mostro non riusciva proprio ad addormentarsi: si rigirava

                 continuamente tra il cotone, guaiva piano, grattava le pareti
                 della scatola...


                 Massimo allora capì: – Hai paura a dormire da solo, vero?

                 E va bene: siccome sei tanto piccolo, questa notte
                 ti terrò con me nel letto.
                 Sollevò il mostro e se lo portò sotto le coperte.

                 Dormirono abbracciati stretti stretti, così vicini
                 che fecero gli stessi sogni.

                 Paola Valente, Cresci cresci piccolo mostro,
                 Città Nuova Editrice



















                  Massimo gli dà un bicchiere di latte.

                 Il mostriciattolo piange ancora e Massimo cambia ................................................ nel nido perché

                  il piccolo aveva fatto ..................................... . Ma il piccolo non riesce ad .................................................... .
                 Massimo capisce che il ........................................... ha paura di dormire ...............................................

                  e lo porta nel letto con sé.



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