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LA FACILITAZIONE
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                  TESTO RIDOTTO E ADATTATO da proporre agli alunni

                 La città di Pulitopoli sorgeva su una collina piena di sole, di luce e
                 d’aria buona. Tutt’intorno si stendeva la bella campagna, dove i bambini
                 correvano contenti. Appena un po’ più in là, nella valle, scorreva il fiume.
                 Tra le iniziative approvate dal Comune c’era il progetto “Pulitopoli pulita”.
                 L’ordine e la pulizia divennero la cosa più importante per la popolazione.


                 Così i pulitopolesi, quando avevano finito di mettere in ordine le
                 case, scendevano per le strade e spolveravano le panchine, lavavano i
                 marciapiedi, ridipingevano le facciate dei palazzi, curavano le aiuole dei
                 giardini pubblici, pulivano i cartelli stradali e raccoglievano anche il più
                 piccolo, microscopico pezzo di carta.
                 Potete immaginare che montagna di immondizia raccogliessero ogni giorno.
                 E che fine faceva quell’immondizia? Gli addetti comunali, con i furgoncini
                 pieni di spazzatura, entravano nel fitto bosco oscuro e rovesciavano tutto
                 in un’enorme buca nascosta tra gli alberi.
                 Poi gli addetti comunali andavano a lavarsi le mani nell’acqua del fiume e a
                 parlare di quei lucci che da un po’ di tempo ormai nessuno pescava più.


                 Sarebbe bastato ascoltare la voce del fiume per scoprire che quella buca
                 che gli uomini avevano scavato nel bosco riusciva a mandare i veleni fino
                 alle sue acque, attraverso dei canali sotterranei.
                 Il fiume avrebbe potuto inoltre raccontare che nel bosco quella buca
                 mandava un puzzo tremendo, che gli alberi intorno ingiallivano, che laggiù
                 non c’era più né una tana, né un nido, né un animale.
                 Ma gli addetti del Comune non sapevano ascoltare la voce del fiume. Così
                 si rialzavano, facevano un sospiro di scontento pensando ai lucci scomparsi
                 e ritornavano al lavoro, a bordo dei loro furgoncini.
                 Il progetto “Pulitopoli pulita” era la cosa più importante.
                                                                    Anna Lavatelli, La rivolta del bosco, edizioni Arka




















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