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LA FACILITAZIONE
              LA FACILITAZIONE







                                    LO SCUOLABUS pagine 44 e 45


                Interventi di semplificazione sul TESTO ORIGINALE

                Finalmente ce l’ho fatta, da domani prenderò lo scuolabus.
                È stata dura, ma alla fine l’ho avuta vinta io: dopo secoli di discussioni sono riuscita
                a convincere gli zii a non portarmi più a scuola in macchina.
                Era ora! Non ne potevo più di fare la vita del piccolo koala, sempre aggrappata alla
                loro schiena.
                – Tutte le mattine da sola? – ha detto la zia strabuzzando gli occhi dietro le lenti.
                – Non sono sola, zia, – le ho ripetuto per la venticinquesima volta in un’ora – ci sono
                almeno altri dieci o dodici ragazzi che lo prendono.
                – Quanta gente... Non sarà pericoloso?
                – Impossibile. È uno scuolabus, è fatto apposta per noi. Nessun pericolo da nes-
                suna parte.
                – E se ti perdi?
                – Irina, non dire sciocchezze – è intervenuto a questo punto lo zio, agitando le mani.
                – La fermata dello scuolabus è appena dietro l’angolo della nostra strada, non po-
                trebbe perdersi neanche se camminasse a occhi chiusi.
                Avere lo zio come alleato è stato sicuramente decisivo. La verità è che, da quando è
                andato in pensione, preferisce stare tranquillo in poltrona a leggere i suoi libri piut-
                tosto che portarmi a scuola e vedere i sorci verdi nel traffico delle otto di mattina. E
                chi gli dà torto.
                – Anche Catena ci viene – ho continuato – e altri ragazzi che conosco benissimo!
                Questa era una bugia bella e buona, perché in realtà non conosco ancora nessuno di
                quelli che prendono lo scuolabus, ma la zia si era comunque già arresa.
                – Mi dovrò informare sugli autisti... – ha detto con un sospiro.
                Per mia fortuna gli autisti non erano stati segnalati a nessun comando di polizia del
                pianeta, per cui eccomi qua con la tessera dell’abbonamento in mano, completa di
                foto e tutto il resto!
                Speriamo che sullo scuolabus ci sia gente in gamba. Io sarò l’unica che non conosce
                nessuno: gli altri lo prendono dal primo giorno di scuola, mentre io salgo con un mese
                di ritardo.
                In ogni caso sarà meglio che viaggiare da sola. Nell’auto degli zii mi sentivo come una
                seppia in un acquario, potevo solo stare ferma a guardare dal finestrino, una noia mortale.
                Domani cambierà tutto.
                Domani!
                                                                        Chiara Carminati, Diario in corsa, Edizioni EL










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