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LA FACILITAZIONE
LA FACILITAZIONE
UNA MATITA MAGICA pagina 29
Interventi di semplificazione sul TESTO ORIGINALE
È appena suonata la campanella delle quattro e mezzo.
Camilla esce da scuola e si dirige correndo verso casa. Tutt’a un tratto, scivola su qual-
cosa di duro e di tondo e in men che non si dica si ritrova a gambe all’aria.
– Accidenti! – esclama. – Una matita! Quasi quasi mi rompevo la testa!
La bambina raccoglie la matita, la mette in tasca e riprende la corsa. Ma una vocetta
la fa sobbalzare: – Senti un po’! Credi che sia bello ritrovarsi in fondo a una tasca tutta
appiccicosa e piena di briciole?
Camilla si volta, ma non c’è nessuno, la strada è deserta.
Sta per rimettersi in cammino, quando la vocetta si fa sentire di nuovo: – Allora, mi
tiri fuori sì o no? Soffoco qui dentro!
Camilla, perplessa e anche un po’ preoccupata, si domanda se ha sentito bene...
– Non aver paura. Sono io, la matita! Sono magica.
Dopo essersi assicurata che nessuno la possa vedere, la ragazzina si decide a infilare
la mano in fondo alla tasca. Tira fuori la matita e la guarda diffidente: è rossa con una
gomma all’estremità... Proprio niente di speciale... Tuttavia Camilla deve arrendersi di
fronte all’evidenza: parla!
– Sono una matita magica – ripete la matita, tutta orgogliosa.
– Perché sai parlare? – chiede Camilla, a poco a poco abituandosi all’idea che non è
un sogno.
– Oh, non solo – risponde la matita dandosi un’aria importante. – I disegni che faccio
diventano veri. Se mi fai disegnare una caramella, per esempio, la caramella esce dal
foglio e puoi mangiarla...
Henriette Bichonnier, Camilla e la matita magica, Einaudi Ragazzi
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