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LA FACILITAZIONE
              LA FACILITAZIONE







                                       UN UCCELLINO pagina 107


                Interventi di semplificazione sul TESTO ORIGINALE

                Cominciai a vagare senza meta tra gli alberi, come ogni giorno.
                All’improvviso avvistai un uccellino. Lo sentii cinguettare in cima a un eucalipto. Era
                così piccolo che faticavo a individuarlo tra le foglie. Le sue piume erano grigie con
                sfumature azzurre, il suo becco nero. La sua voce era straordinariamente acuta in rap-
                porto al suo esile corpo.
                Si alzò in aria, gioioso, posandosi su un altro ramo. Continuava a spostarsi velocemente
                da un ramo all’altro, poi si fermava e guardava sempre verso di me. Ogni volta che i
                nostri sguardi si incrociavano, l’uccellino spiccava il volo, fermandosi di colpo pochi
                metri più in là. Era come se mi invitasse a giocare con lui. Non riuscii a resistere a quel
                richiamo e mi arrampicai sull’albero. Sentivo la ruvidezza del legno sotto le dita.
                Ormai avevo raggiunto l’uccellino. Provai ad allungare la mano per accarezzare le sue
                morbide e lucenti piume, ma l’uccellino non si fidò e spiccò il volo andando a posarsi sul
                ramo dell’albero di fronte, poi si voltò verso di me muovendo rapidamente la testolina
                da destra a sinistra, poi dall’alto verso il basso. Se ne stava lì e mi guardava, incuriosito.
                Forse era solo la mia fantasia, ma pareva che mi chiamasse, che mi invitasse a giocare
                con lui.
                                                         Marcello Foa e Manuel A. Bragonzi, Il bambino invisibile, Piemme




                TESTO RIDOTTO E ADATTATO da proporre agli alunni

                Cominciai a camminare tra gli alberi.
                All’improvviso vidi un uccellino. Lo sentii cinguettare in cima a un albero

                di eucalipto. Era così piccolo che facevo fatica a vederlo tra le foglie. Le
                sue piume erano grigie e azzurre, il suo becco nero. La sua voce era forte
                rispetto al suo corpo delicato.
                Volò posandosi su un altro ramo. Continuava a spostarsi velocemente
                da un ramo all’altro, poi si fermava e guardava verso di me. Era come se
                mi invitasse a giocare con lui. Non riuscii a resistere a quell’invito e mi
                arrampicai sull’albero.
                Ormai avevo raggiunto l’uccellino. Provai ad allungare la mano per
                accarezzare le sue morbide e lucenti piume, ma l’uccellino volò via
                andando a posarsi sul ramo dell’albero di fronte, poi si voltò verso di me
                muovendo la testolina da destra a sinistra, poi dall’alto verso il basso. Se ne
                stava lì e mi guardava, incuriosito.
                Forse era solo la mia fantasia, ma sembrava che mi chiamasse, che mi
                invitasse a giocare con lui.
                                                       Marcello Foa e Manuel A. Bragonzi, Il bambino invisibile, Piemme



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