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ITALIANO



            Il maestro per un po’ ha fatto finta di niente, poi però si vede che si è stufato e ha detto
            a Niccolò di andare in bagno a bere un bicchier d’acqua. Sembra che bere sia un rimedio
            miracoloso per il singhiozzo.
            Quello di Niccolò, però, era un singhiozzo di quelli potenti e il bicchiere d’acqua non gli ha
            fatto un baffo!
            Quando è tornato a singhiozzare in classe, le risate sono ricominciate e questa volta erano
            più forti. Il maestro allora ha fatto fermare la lettura e ha spiegato a Niccolò che doveva
            provare a respirare in fretta e poi trattenere il fiato, per rompere il meccanismo del
            singhiozzo.
            Niccolò ci ha provato: si è messo a respirare come un cane con la lingua fuori. Poi ha
            trattenuto il respiro fino a diventare rosso, infine ha buttato fuori l’aria ed è tornato a
            respirare. A respirare e... a singhiozzare!
            Allora tutti abbiamo ricominciato a ridere fortissimo. Tutti... meno il maestro!
            A un tratto, ha fatto una cosa che nessuno si aspettava: si è voltato di scatto verso Niccolò
            e, battendo forte una mano sul banco, gli ha fatto: – BUH!
            Roba da non credere, Niccolò per lo spavento ha smesso di singhiozzare.

            Stefano Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Einaudi Ragazzi




                        Dal diario di una maestra, pagina 65


            Caro diario,
            sono un po’ più calmi, oggi. Meno male. Ma forse è solo perché è presto e non sono
            ancora del tutto svegli. Di solito si svegliano più tardi, verso metà mattinata.
            Faccio l’appello, così poi cominciamo a lavorare. Poesie, tabelline e via dicendo. Oggi devo
            pure spiegare Scienze.
            Ma prima di cominciare a lavorare, come ogni mattina leggiamo per dieci minuti seduti
            in semicerchio. Ci serve per cominciare bene la giornata. Un po’ leggo io e un po’ leggono
            loro. Ci incontriamo tra le pagine del libro, facciamo un tratto di strada insieme.
            Mentre leggo stanno sempre attenti, tutti quanti. Anche i più distratti. È un miracolo.
            Davvero. Capita solo quando leggiamo. C’è chi ha la bocca spalancata, chi ogni tanto
            sgrana gli occhi, chi guarda fuori dalla finestra, verso l’alto, come se nell’azzurro del cielo
            ci vedesse le figure della storia. Alice, invece, gli occhi li chiude sempre, perché sa che con
            gli occhi chiusi si vede meglio. Buongustaia.
            Quando tocca a me leggere, sento che la voce mi è tornata e d’improvviso sento nella
            gola una forza da cantante lirica, allora mi alzo in piedi e comincio a leggere forte e poi
            d’un tratto mi metto a leggere piano, e la mia voce è un vento che attraversa una foresta
            di bambini.
            Terminata la lettura, sistemiamo i banchi e ci prepariamo per la mattinata di lavoro.
            Ora i bambini sono un po’ preoccupati: è arrivato il momento di ripetere le tabelline.
            Antonio Ferrara, La maestra è un Capitano, Coccole books






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