Page 39 - Guida al testo_IL LIBROAGENDA 4
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ITALIANO
Meno male, è ora di andare: un bacetto che somiglia a una beccatina, l’ultimo biscotto
da infilare in tasca, e poi via per le scale.
– Oddio, l’ombrello!
È rimasto in casa della zia e la mamma mi manda a riprenderlo.
Eccolo qui, sulla cassapanca dell’ingresso. Ma... cos’è questo strano rumore, questo
potente fruscio che viene dal salotto, questo misterioso raspare, questo improvviso grido
d’uccello? No, non può essere il povero Cicci, il canarino: a meno che non sia diventato
un’aquila reale.
E come mai la zia Enrica non dice nulla? Chissà cosa sta succedendo... Un occhio alla
serratura e... la mia bocca si spalanca in un “O” perfetto.
Sul davanzale della finestra c’è la zia Enrica, con la solita faccia rosa da porcellino e
gli occhiali d’oro: ma le sue braccia sono diventate due ali ampie, fortissime, coperte di
nere penne robuste, e al posto delle gambe ha certe zampotte da uccello grosse e corte,
con potentissimi artigli fatti per aggrapparsi, per afferrare, per stringere... Sì, mia zia è
davvero un mostro! Ecco che spiega le ali, sta per spiccare il volo. Adesso non mi resta
che una cosa da fare: spalancare la porta, correre verso di lei, gettarle le braccia al collo e
dirle: – Mi porteresti a fare un giretto, per favore?
Francesca Lazzarato, Arrivano i mostri, Salani Editore
L’ombrello, pagina 166
L’ombrello è un fiore di tessuto
impermeabile che fiorisce nel bel mezzo
dell’inverno.
Inizia la pioggia:
plin,
plin,
plin.
E gli ombrelli aprono i loro petali:
flop,
flop, Piove.
flop. Piove.
E le persone che lo sanno Le persone escono per strada,
dimenticano per un attimo che è inverno, aprono gli ombrelli.
dimenticano persino di essere persone Vanno dalla scuola al parco,
e si sentono api, bruchi, farfalle sotto un albero. dal parco al panettiere.
Plin, plin.
Flop, flop.
E pare un giardino che cammina.
Maria José Ferrada, Il segreto delle cose,
Topipittori
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