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IL PERCORSO DI ASCOLTO



                                             LE VIDEOLetture

                                             LE VIDE
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                          Il Paese senza punta, pagine 24 e 25


            Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore. Viaggia e viaggia, una volta capitò in
            un paese dove gli spigoli delle case erano rotondi, e i tetti non finivano a punta ma con
            una gobba dolcissima.
            Lungo la strada correva una siepe di rose, e a Giovannino venne lì per lì l’idea di
            infilarsene una all’occhiello. Mentre coglieva la rosa, faceva molta attenzione a non
            pungersi con le spine, ma si accorse subito che le spine non pungevano mica, non avevano
            punta e parevano di gomma, e facevano il solletico alla mano.
            – Guarda, guarda – disse Giovannino ad alta voce.
            Da dietro la siepe si affacciò una guardia municipale, sorridendo.
            – Non lo sapeva che è vietato cogliere le rose? – disse.
            – Mi dispiace, non ci ho pensato.
            – Allora pagherà soltanto mezza multa – disse la guardia, che con quel sorriso avrebbe
            potuto benissimo essere l’omino di burro che portava Pinocchio al Paese dei Balocchi.
            Giovannino osservò che la guardia scriveva la multa con una matita senza punta, e gli
            scappò di dire: – Scusi, mi fa vedere la sua sciabola?
            – Volentieri! – disse la guardia. E naturalmente nemmeno la sciabola aveva la punta.
            – Ma che paese è questo? – domandò Giovannino.
            – Il Paese senza punta – rispose la guardia, con tanta gentilezza che le sue parole si
            dovrebbero scrivere tutte con la lettera maiuscola.
            – E per i chiodi come fate?
            – Li abbiamo aboliti da un pezzo, facciamo tutto con la colla. E adesso, per favore, mi dia
            due schiaffi.
            Giovannino spalancò la bocca come se dovesse inghiottire una torta intera.
            – Per carità, non voglio mica finire in prigione per oltraggio a pubblico ufficiale. I due
            schiaffi, semmai, dovrei riceverli, non darli.
            – Ma qui usa così, – spiegò gentilmente la guardia – per una multa intera quattro schiaffi,
            per mezza multa due soli.
            – Alla guardia?
            – Alla guardia.
            – Ma è ingiusto, è terribile.
            – Certo che è ingiusto, certo che è terribile – disse la guardia. – La cosa è tanto odiosa
            che la gente, per non essere costretta a schiaffeggiare dei poveretti senza colpa, si guarda
            bene dal fare niente contro la legge. Su, mi dia quei due schiaffi, e un’altra volta stia
            più attento.
            – Ma io non le voglio dare nemmeno un buffetto sulla guancia: le farò una carezza, invece.
            – Quand’è così, – concluse la guardia – dovrò riaccompagnarla alla frontiera.

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