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“Il mio Diario delle emozioni”
Perché parlare di emozioni
«La scuola deve accompagnare i bambini nella loro prospettiva verso il
futuro, perché la scuola è lo spazio più grande che c’è di formazione del sé,
nell’intelligenza emotiva, pratica e cognitiva.»
Daniela Lucangeli, neuroscienziata
«Educare alle emozioni è la chiave di volta per costruire senso civico e rispetto
degli altri, per costruire stima di sé e desiderio di armonia nei rapporti.»
Diego Ingrassia, ricercatore e formatore
«Per scoprire il nuovo mondo avevamo bisogno di una mappa e per scovare
una mente calma abbiamo bisogno di una mappa delle nostre emozioni.»
Dalai Lama, monaco buddista
Negli ultimi anni, gli studi sull’intelligenza emotiva hanno avuto un notevole impulso,
anche grazie alle scoperte delle neuroscienze sul funzionamento delle aree cerebrali, e
sono concordi nell’affermare che lo sviluppo delle competenze emotive fin dalla scuo-
la primaria produce nelle bambine e nei bambini un miglioramento del benessere, della
percezione di sé, delle capacità di apprendimento, delle capacità sociali (per esempio la
capacità di riconoscere le cause delle emozioni, di contenere i conflitti, di aiutare gli altri,
l’empatia...).
Lo sviluppo delle competenze emotive dovrebbe diventare un obiettivo educativo tra-
sversale che orienti da un lato la metodologia didattica e dall’altro la formazione degli
insegnanti.
Perché un diario
“Il mio Diario delle emozioni” nasce da un’idea di percorso “delicato”, capace di sol-
lecitare pensieri e riflessioni sostenibili, adatto a tutte le bambine e a tutti i bambini,
a quelli già abbastanza strutturati emotivamente e con buone capacità di riflessione così
come a quelli ancora fragili.
“Il mio Diario delle emozioni” non è un libro di testo, non è un eserciziario. Abbiamo scel-
to la modalità del diario per permettere a ogni alunno di sentirsi libero di esprimersi e
abbiamo volutamente riservato ai docenti un ruolo più da spettatori che da protagonisti:
certo saranno i docenti a stabilire tempi e spazi in cui i bambini si dedichino al diario, ma
suggeriamo di intervenire solo se richiesto e di non correggere quanto scritto dai bambini
(eventualmente si possono suggerire aggiunte o modifiche, se sostanziali). Naturalmente
non si tratta di un diario segreto, quindi i bambini devono sapere che i contenuti del diario
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